truth or dare?

MALCOLM LUKE CALLAWAY|wearing|musicwhich light should I follow, if they seem all the same?. - - sheetStavo giocherellando con le chiavi della macchina, nonostante non avessi alcun bisogno d’ usarle. Hotspring era una piccola cittadina, per raggiungere qualsiasi luogo bastava avere voglia di camminare, e forse proprio questo era il punto, perché dopo una giornata di lavoro alle volte non è solo questa a mancare, ma soprattutto il tempo. Tempo che avevo iniziato a procurarmi, forse non nel modo più giusto, ma sfido chiunque ne sia a conoscenza (ovvero nessuno, almeno per quanto ne so io) a trovare il coraggio di giudicarmi. Occupo una posizione manageriale nella mia azienda, nessuno può avere da ridire sulle decisioni del capo. Ho sempre adempiuto a tutti i miei doveri, ad ogni mansione, assolutamente a qualsiasi cosa, meritandomi tutti i risultati che sono riuscito ad ottenere.
Quindi se per una o due volte dico che sto poco bene e non mi presento al lavoro perché ho una relazione che devo cercare di mantenere in vita, beh nessuno può avere nulla da ridire. Innanzitutto perché non possono sapere che mento: il primo giorno di riposo che mi sono preso in tutta la mia carriera è stato per il funerale di mia moglie, e poi anche perché nessuno può dirmi niente, nemmeno se sospettasse qualcosa. I miei soci lavorano a New York, e non si tengono di certo in contatto coi dipendenti per avere degli aggiornamenti. E poi ci sono dei giorni in cui proprio uno non ha voglia di farsi 40 minuti per andare al lavoro. E poi ci sono giorni in cui uno non può andare al lavoro. Senza volerlo, mi resi conto d’ aver stampato sulla faccia un sorriso totalmente inappropriato, considerato che tecnicamente non avevo alcun motivo per essere felice, stavo semplicemente camminando, e non stavo nemmeno leggendo un messaggio o quantomeno facendo una telefonata. Però dietro al mio sorriso, c’ era un motivo.
Fra le tante cose che diceva per lamentarsi, una volta venne fuori il fatto che non sarei riuscito a ricordarmi nulla se non me lo fossi annotato da qualche parte, e che anche se fossi riuscito a ricordarmelo, avrei avuto qualcos’ altro da fare e quindi sarebbe andato tutto a farsi benedire. Non era un litigio, semplicemente qualcosa che voleva farmi notare, così per dimostrargli il contrario decidemmo che oggi, alle 14.33 mi avrebbe chiamato, e mi avrebbe detto qualcosa che era sicuro avrei desiderato sapere.
Ero curioso all’ idea di scoprire di cosa stesse parlando e nonostante avessi tentato d’ indovinare, capii che non dovevo fare altro se non aspettare questo giorno.
Mi sentivo un po’ come un bambino che marinava scuola quando decidevo di non andare al lavoro senza alcun motivo preciso, con il vantaggio che non dovevo stare attento che qualcuno mi scoprisse. Avevo inviato un sms a Sam, per dirle che l’ aspettavo alla tavola calda verso cui mi stavo dirigendo, visto che normalmente non riuscivamo a trascorrere molto tempo insieme, e vedevo queste mie trovate come un modo per guadagnare tempo, ma proprio non saprei dire cosa pensava la mia piccola nipotina delle mie trovate. Magari più tardi gliel’ avrei potuto domandare.
Oppure sarebbe stato meglio puntare su un gioco del tipo ‘Obbligo o Verità’ visto che non è che ci sia solo quella domanda, a cui mi deve ancora dare una risposta, e oggi avevamo tempo da buttare. Che meraviglia.
Entrai nel locale e presi posto, cominciando a sfogliare il menù nell’ attesa. Speravo non ci avrebbe messo troppo tempo, ero affamato, e qualcosa mi diceva che se non fosse arrivata presto avrei finito col mangiare fin troppe cose. E questo era male.
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